Territori fragili e rasegnati?
Delio Miotti consigliere economico SVIMEZ
Delio Miotti consigliere economico SVIMEZ
Introduzione
Le aree interne coprono quasi i tre quinti del territorio del Paese e ospitano oltre un quinto della popolazione residente. Sono aree distanti dai centri di erogazione dei servizi essenziali quali l’istruzione, la sanità e la mobilità e, riflettendo la struttura e la morfologia del nostro paese, presentano tra loro una forte eterogeneità. Ciò che le accomuna è però il forte spopolamento con il conseguente calo delle attività economiche, dell’occupazione e la crescente rarefazione delle relazioni sociali. La perdita di popolazione si riflette anche
nell’abbandono delle terre e nella riduzione delle attività agricole e della cura del suolo con l’inevitabile modifica del paesaggio.
Accanto a questi limiti le aree interne presentano evidenti potenzialità: sono soggette ad una ridotta pressione antropica, possono offrire servizi legati all’ecosistema, all’ambiente alla cultura e hanno potenzialità di sviluppo nel settore idrico, energetico e del turismo.
Il contrasto alla marginalità e al progressivo spopolamento delle aree interne resta una priorità per le politiche di riequilibrio territoriale del Paese.
Per sostenere crescita e inclusione sociale nelle aree interne è stata avviata nel 2012 la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), un’iniziativa di politica economica incardinata nella politica di coesione del ciclo 2014-2020. La SNAI, unico caso di azione mirata alle aree interne nel panorama europeo degli strumenti di intervento territoriale della politica di coesione 2014-2020, è entrata nell’agenda delle politiche nazionali di riequilibrio territoriale con l’intento di mettere al centro la qualità della vita delle persone, l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale per chi vive in territori periferici.
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Le aree interne coprono quasi i tre quinti del territorio del Paese e ospitano oltre un quinto della popolazione residente. Sono aree distanti dai centri di erogazione dei servizi essenziali quali l’istruzione, la sanità e la mobilità e, riflettendo la struttura e la morfologia del nostro paese, presentano tra loro una forte eterogeneità. Ciò che le accomuna è però il forte spopolamento con il conseguente calo delle attività economiche, dell’occupazione e la crescente rarefazione delle relazioni sociali. La perdita di popolazione si riflette anche
nell’abbandono delle terre e nella riduzione delle attività agricole e della cura del suolo con l’inevitabile modifica del paesaggio.
Accanto a questi limiti le aree interne presentano evidenti potenzialità: sono soggette ad una ridotta pressione antropica, possono offrire servizi legati all’ecosistema, all’ambiente alla cultura e hanno potenzialità di sviluppo nel settore idrico, energetico e del turismo.
Il contrasto alla marginalità e al progressivo spopolamento delle aree interne resta una priorità per le politiche di riequilibrio territoriale del Paese.
Per sostenere crescita e inclusione sociale nelle aree interne è stata avviata nel 2012 la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), un’iniziativa di politica economica incardinata nella politica di coesione del ciclo 2014-2020. La SNAI, unico caso di azione mirata alle aree interne nel panorama europeo degli strumenti di intervento territoriale della politica di coesione 2014-2020, è entrata nell’agenda delle politiche nazionali di riequilibrio territoriale con l’intento di mettere al centro la qualità della vita delle persone, l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale per chi vive in territori periferici.
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Cantiere 1
CONTROESODO E SFIDE PROGETTUALI Cantiere coordinato da Matteo Rossi e Francesco Vespasiano Il cantiere “Controesodo e sfide progettuali” ha visto l’ampio contributo dei giovani e in conclusione sono stati avanzati spunti analitici e proposte operative.
Considerazioni analitiche: ampliare l’offerta formativa universitaria, anche attraverso percorsi specialistici collegati alle professioni sanitarie (in tal modo, si ridurrebbe la necessità di andare a studiare fuori sede per studiare le materie preferite); migliorare la rete dei trasporti tra i Comuni interni e verso l’esterno (se fosse più agevole viaggiare, tanti giovani non abbandonerebbero le loro residenze); Continua a leggere |
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Cantiere 2
BELLEZZA, TECNOLOGIE E NUOVI LINGUAGGI Cantiere coordinato da Piergiorgio Romano Le aree interne hanno spesso il difetto di non approfittare della loro marginalità per diventare laboratori di idee e di sperimentazioni che altrove incontrerebbero difficoltà realizzative molto più complesse. Al contrario tendono ad assimilare modelli di sviluppo totalmente calati da
altri mondi, diventando luoghi che vivono in contrasto con le loro stesse peculiarità. In questo senso le aree interne non riescono ad essere belle, non sono attrattive, perché spesso appaiono una sorta di contraffazione di altri contesti. Ci siamo chiesti, insieme ai ragazzi che hanno partecipato al cantiere bellezza, tecnologia e nuovi linguaggi, in che modo questi tre aspetti potessero intrecciarsi tra loro per rendere attrattive quelle aree che qualcuno ha definito il mediterraneo interiore. Continua a leggere |
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Cantiere 3
BENI CULTURALI-PESAGGISTICI, SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE TURISTICA Cantiere coordinato da Maria Scarinzi e Maurizio Bianchi La proposta elaborata dal cantiere ha una natura trasversale rispetto a due gruppi che si sono formati
durante i lavori, segno evidente di una comunanza di vedute su questo obiettivo. La discussione è partita da una considerazione: la valorizzazione di un territorio rispetto a un altro può diventare essa stessa motivo di emarginazione delle comunità più svantaggiate e meno rappresentate diventando essa stessa motivo di ulteriore segregazione attraverso una sorta di lotta per il palcoscenico. Occorre investire maggiormente per promuovere la partecipazione di tutte le aree interne soprattutto di quelle più svantaggiate perché a maggior rischio di estinzione culturale. Dopo un dibattito articolato proposta di progetto che è emersa è la seguente: all’interno delle scuole si deve organizzare una giornata con cadenza da stabilire nella quale un gruppo di lavoro selezionato provvede a divulgare e promuovere il patrimonio culturale del territorio da cui proviene. Continua a leggere |
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Cantiere 5
SUSSIDIARIETÀ E CURA ALLE PERSONE Cantiere coordinato da Mario Melchionna e Stefano Stisi Il principio di sussidiarietà
Una maggiore equità e giustizia sociale passa attraverso un effettivo superamento dell'estraneità dei cittadini verso le istituzioni. La centralità della persona dovrà essere il valore di riferimento dell'azione istituzionale e dell’intera società italiana. Occorre aiutare e assistere le persone là dove è più difficile per chi è in una posizione di non privilegio trovare risposta ai bisogni propri e dei propri familiari. Un paese si può definire inclusivo se favorisce realmente inclusione/integrazione delle fasce disagiate della popolazione e degli immigrati di varie etnie favorendo la crescita dell'amicizia e della fratellanza tra i popoli, nello spirito della Costituzione Italiana ed Europea. L'uguaglianza nei diritti e nei doveri, quale espressione di un "civismo"; maturo, indispensabile per l'intera società, in un paese come il nostro che può trarre, dalla risorsa immigrati, una spinta a superare posizioni e comportamenti legati ad una cultura spesso provinciale ed asociale. Continua a leggere |
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Cantiere 5
COOPERAZIONE, MERCATO E SVILUPPO Cantiere coordinato da Maria Fanzo ed Ettore Rossi Il gruppo di studenti che ha partecipato al Cantiere ha avuto una composizione molto interessante per varietà di indirizzi di studio frequentati – umanistico – economico e tecnico-informatico – e per l’equilibrata composizione di generi.
Nell’introduzione iniziale si è posto in evidenza il valore della cooperazione non solo come forma d’impresa ma come principio del mettere insieme le persone con le loro competenze e progettualità per raggiungere un obiettivo comune. Animati da questo spirito si può diventare attori del mercato e favorire anche processi di sviluppo, come del resto è emerso anche nelle testimonianze della prima sessione del Forum. Gli studenti hanno, in una prima fase, individuato e analizzato i problemi che toccano le aree interne nelle quali vivono, mostrando un atteggiamento di speranza nel poterli almeno in parte risolvere. È stata dichiarata da essi fiducia negli adulti che, con l’organizzazione del Forum, hanno mostrato interesse verso i giovani e un atteggiamento di incoraggiamento rispetto alla realizzazione delle loro aspirazioni. Continua a leggere |
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Cantiere 6
PARTECIPAZIONE E SINERGIE ISTITUZIONALI Cantiere coordinato da Anita Biondi, Francesco Di Sibio e Guido Cataldo La proposta elaborata dal cantiere ha una natura trasversale rispetto a due gruppi che si sono formati
durante i lavori, segno evidente di una comunanza di vedute su questo obiettivo. La discussione è partita da una considerazione: la valorizzazione di un territorio rispetto a un altro può diventare essa stessa motivo di emarginazione delle comunità più svantaggiate e meno rappresentate diventando essa stessa motivo di ulteriore segregazione attraverso una sorta di lotta per il palcoscenico. Occorre investire maggiormente per promuovere la partecipazione di tutte le aree interne soprattutto di quelle più svantaggiate perché a maggior rischio di estinzione culturale. Dopo un dibattito articolato proposta di progetto che è emersa è la seguente: all’interno delle scuole si deve organizzare una giornata con cadenza da stabilire nella quale un gruppo di lavoro selezionato provvede a divulgare e promuovere il patrimonio culturale del territorio da cui proviene. Tra gli elementi da divulgare e valorizzare figurano sia beni materiali che immateriali con particolare attenzione a storia, monumenti, leggende, gastronomia, proverbi, toponimi. Continua a leggere |