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In duecento rispondono all’invito per il primo Forum degli amministratori delle aree interne nel giugno del
2019. Sindaci, assessori, consiglieri, rappresentanti di enti locali, tecnici, studiosi, esponenti
dell’imprenditoria e parti sociali. Clima diverso dei tradizionali congressi di partito o eventi della politica
dove ci si gira intorno e si incontrano volti indaffarati più a ricordarsi «in quale assemblea lo avrò visto?»
che a stabilire contatti reali. Quasi a cercare l’attenzione del politico di riferimento. Stavolta chi può mai
esserlo? L’arcivescovo di Benevento Accrocca? Quello di Avellino Aiello? Oppure di Ariano Melillo, di
Cerreto-Telese Battaglia, di Sant’Angelo dei Lombardi Cascio? Sono loro ad averli convocati e ora tutti
presenti a testimoniare una volontà precisa di lavorare per le terre che tutti amano ma nessuno sa come
renderle amabili. «Faremo in modo che i giochi non siano già fatti e che non prosegua questo accanimento
terapeutico sulle nostre zone per rinviarne la morte - dice l’arcivescovo Felice Accrocca -. Il nostro sarà un
pressing continuo perché non vinca la rassegnazione. Nessuno di noi vescovi ritiene di avere ricette
risolutive, i programmi non ci competono, ma siamo costruttori di ponti sui quali far camminare la
speranza. Legami di solidarietà e un progetto finalmente serio per le aree interne avrebbero un riscontro
positivo in tutto il resto del Paese. Lotteremo perché non si adotti più il criterio della distribuzione dei fondi
secondo il numero di abitanti, così facendo infatti non arriverà più nulla in soccorso di certe aree del Sud».
L’obiettivo del Forum è riconoscere che esiste qualcun altro con il quale esplorare le distanze e renderle un
esercizio di stupidità. E nell’aria si avverte qualcosa di nuovo. Si rischiano le vertigini da «prima volta». Che
guariscono solo facendo succedere la seconda, e poi la terza volta. La Chiesa in uscita lancia la sua sfida e
sceglie di entrare con la sua profezia nel perimetro di quei territori che solo il 16% dei sacerdoti (ultima
ricerca sulle parrocchie della diocesi beneventana) considera qualcosa di cui interessarsi.
Il Forum è introdotto dall’economista Luigino Bruni al quale Papa Francesco ha dato l’incarico di coordinare
centinaia di ricercatori under 35 per disegnare una nuova economia per il pianeta. Poi seconda giornata
all’insegna dei laboratori tematici su: I flussi di persone e di capitali; Welfare, accoglienza e dignità delle
persone; Il futuro nella storia (beni culturali, storici e artistici); L’ambiente, il paesaggio e la cura del creato.
A conclusione del Forum viene annunciata la creazione di un Tavolo per le aree interne presso la Regione
Campania.
2019. Sindaci, assessori, consiglieri, rappresentanti di enti locali, tecnici, studiosi, esponenti
dell’imprenditoria e parti sociali. Clima diverso dei tradizionali congressi di partito o eventi della politica
dove ci si gira intorno e si incontrano volti indaffarati più a ricordarsi «in quale assemblea lo avrò visto?»
che a stabilire contatti reali. Quasi a cercare l’attenzione del politico di riferimento. Stavolta chi può mai
esserlo? L’arcivescovo di Benevento Accrocca? Quello di Avellino Aiello? Oppure di Ariano Melillo, di
Cerreto-Telese Battaglia, di Sant’Angelo dei Lombardi Cascio? Sono loro ad averli convocati e ora tutti
presenti a testimoniare una volontà precisa di lavorare per le terre che tutti amano ma nessuno sa come
renderle amabili. «Faremo in modo che i giochi non siano già fatti e che non prosegua questo accanimento
terapeutico sulle nostre zone per rinviarne la morte - dice l’arcivescovo Felice Accrocca -. Il nostro sarà un
pressing continuo perché non vinca la rassegnazione. Nessuno di noi vescovi ritiene di avere ricette
risolutive, i programmi non ci competono, ma siamo costruttori di ponti sui quali far camminare la
speranza. Legami di solidarietà e un progetto finalmente serio per le aree interne avrebbero un riscontro
positivo in tutto il resto del Paese. Lotteremo perché non si adotti più il criterio della distribuzione dei fondi
secondo il numero di abitanti, così facendo infatti non arriverà più nulla in soccorso di certe aree del Sud».
L’obiettivo del Forum è riconoscere che esiste qualcun altro con il quale esplorare le distanze e renderle un
esercizio di stupidità. E nell’aria si avverte qualcosa di nuovo. Si rischiano le vertigini da «prima volta». Che
guariscono solo facendo succedere la seconda, e poi la terza volta. La Chiesa in uscita lancia la sua sfida e
sceglie di entrare con la sua profezia nel perimetro di quei territori che solo il 16% dei sacerdoti (ultima
ricerca sulle parrocchie della diocesi beneventana) considera qualcosa di cui interessarsi.
Il Forum è introdotto dall’economista Luigino Bruni al quale Papa Francesco ha dato l’incarico di coordinare
centinaia di ricercatori under 35 per disegnare una nuova economia per il pianeta. Poi seconda giornata
all’insegna dei laboratori tematici su: I flussi di persone e di capitali; Welfare, accoglienza e dignità delle
persone; Il futuro nella storia (beni culturali, storici e artistici); L’ambiente, il paesaggio e la cura del creato.
A conclusione del Forum viene annunciata la creazione di un Tavolo per le aree interne presso la Regione
Campania.
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La classe dirigente dei territori più fragili del Paese ha bisogno di crescere nella convinzione che lo sviluppo parte dalla convergenza delle attese e da una
formazione costante al bene comune. Il primo Forum degli amministratori dei territori più deboli della Campania (2019) ha radunato al Centro “La Pace” di Benevento centinaia di giovani operatori politici convocati dal desiderio di camminare insieme. Si è discusso di economia sociale, di ambiente, di beni culturali, di infrastrutture e di welfare. |
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LA MEZZANOTTE DEL MEZZOGIORNO?
Lettera dei Vescovi
In un passo famoso del suo libro, Isaia avverte il popolo della prossima caduta di Gerusalemme. «Così – sentenzia il profeta – mi ha detto il Signore: “Va’, metti una sentinella che annunci quanto vede”. […] Mi gridano da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?”. La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite”» (Is 21, 6.11-12). Come vescovi, come coloro, cioè, che dal Signore sono stati posti a vegliare (episkopoi) sulle Chiese della metropolia beneventana per prevenire eventuali pericoli e dare il segnale del sorgere del sole, sentiamo nostro dovere dire una parola sul momento che stiamo vivendo e proporre una via di metodo per trovare congiuntamente un itinerario da percorrere tutti insieme affinché possa accorciarsi la notte. LEGGI TUTTO |
Un “patto per cambiare il mondo”.
Intervista a Luigino bruni
Un “patto per cambiare il mondo”. Lo ha lanciato papa Francesco ed è stato siglato con l’incontro online di Assisi con centinaia di giovani economisti e imprenditori di Paesi diversi, tutti rigorosamente al di sotto dei 35 anni. “The Economy of Francesco” è il tavolo su cui sono state portate idee, progetti, analisi della realtà globale e delle piccole storie di ordinaria sconfitta. Molte passano per le fragilità dei Sud del mondo. In questa speciale categoria il Mezzogiorno d’Italia, in particolare le aree interne, vi stazionano in cima da sempre. Ai sindaci, ai politici, ai tecnici e agli studiosi di questa emblematica porzione di mondo, riuniti per il Forum 2019 delle aree interne la “lezione” di Luigino Bruni,, docente di economia politica all’università Lumsa di Roma.
Laboratori
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L’ambiente, il paesaggio e la cura del creato
Le cosiddette aree interne purtroppo nell’immaginario collettivo sono sinonimo di minorità produttiva ed
economica, sono caratterizzate dalla presenza di un paesaggio straordinario, di un ambiente spesso
incontaminato, da oasi naturalistiche e storico-culturali da difendere e rilanciare in chiave turistica. La
devastazione di alcuni tratti di paesaggio da insediamenti di energia alternativa, le speculazioni edilizie e le
continue aggressioni alla natura e all’ambiente rischiano di depotenziare i territori di una risorsa centrale
per il loro sviluppo. L’“effetto Greta”, con il richiamo dei giovani al tema dei cambiamenti climatici, può
servire certamente a riconquistare coscienze impigrite, ma servono letture attente dei territori e delle loro
peculiarità, un rilancio pensoso dell’esortazione di papa Francesco inserita della sua enciclica “Laudato sì”.
economica, sono caratterizzate dalla presenza di un paesaggio straordinario, di un ambiente spesso
incontaminato, da oasi naturalistiche e storico-culturali da difendere e rilanciare in chiave turistica. La
devastazione di alcuni tratti di paesaggio da insediamenti di energia alternativa, le speculazioni edilizie e le
continue aggressioni alla natura e all’ambiente rischiano di depotenziare i territori di una risorsa centrale
per il loro sviluppo. L’“effetto Greta”, con il richiamo dei giovani al tema dei cambiamenti climatici, può
servire certamente a riconquistare coscienze impigrite, ma servono letture attente dei territori e delle loro
peculiarità, un rilancio pensoso dell’esortazione di papa Francesco inserita della sua enciclica “Laudato sì”.
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Il futuro nella storia: tradizioni, arte e beni culturali
Tutte le città e i paesi dell’entroterra campano vengono considerati un autentico scrigno di storia, tradizioni
e tesori d’arte e cultura. Eppure queste importanti risorse non hanno consentito loro di affrancarsi dalla
tenaglia di una crisi permanente, sia economica che di rappresentanza. Si è rincorsa l’industrializzazione,
spesso in settori avulsi dai contesti (emblematico l’esempio di un’azienda di costruzioni di natanti a S.
Angelo dei Lombardi) creando illusioni e soprattutto sfruttando l’onda di eventi, come nel caso del dopo
terremoto dell’80 quando le industrie, agevolate da consistenti finanziamenti pubblici, insediarono i loro
capannoni per rimuoverli quasi tutti nel giro di qualche anno. L’industria del turismo e dei beni culturali
però resta un’ipotesi di lavoro concreta ma ancora poco sfruttata.
e tesori d’arte e cultura. Eppure queste importanti risorse non hanno consentito loro di affrancarsi dalla
tenaglia di una crisi permanente, sia economica che di rappresentanza. Si è rincorsa l’industrializzazione,
spesso in settori avulsi dai contesti (emblematico l’esempio di un’azienda di costruzioni di natanti a S.
Angelo dei Lombardi) creando illusioni e soprattutto sfruttando l’onda di eventi, come nel caso del dopo
terremoto dell’80 quando le industrie, agevolate da consistenti finanziamenti pubblici, insediarono i loro
capannoni per rimuoverli quasi tutti nel giro di qualche anno. L’industria del turismo e dei beni culturali
però resta un’ipotesi di lavoro concreta ma ancora poco sfruttata.
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I flussi delle persone e dei capitali
Le aree interne della Campania vivono un epocale calo demografico con l’esodo, soprattutto di giovani e
quasi tutti laureati, verso i centri del Nord Italia e l’estero. E’
calcolato che in un anno lo spopolamento sia assimilabile alla scomparsa di un intero paese di 1.800
abitanti; tra cinque anni potrebbe essere cancellata una realtà di 3.000 persone, e così via. Evidentemente
mancano una strategia economica e una visione di prospettiva capaci di invertire l’attuale tendenza, in virtù
anche di una più generale crisi nazionale e globale. Ma non mancano opportunità per agganciare il treno
dello sviluppo (molte chance per le aree interne non a caso dipendono dalla realizzazione della ferrovia di
alta velocità/capacità Napoli-Bari). Quello dei collegamenti, insieme a politiche mirate e di valorizzazione
delle risorse esistenti, sono temi decisivi per il Sud e le aree più svantaggiate.
quasi tutti laureati, verso i centri del Nord Italia e l’estero. E’
calcolato che in un anno lo spopolamento sia assimilabile alla scomparsa di un intero paese di 1.800
abitanti; tra cinque anni potrebbe essere cancellata una realtà di 3.000 persone, e così via. Evidentemente
mancano una strategia economica e una visione di prospettiva capaci di invertire l’attuale tendenza, in virtù
anche di una più generale crisi nazionale e globale. Ma non mancano opportunità per agganciare il treno
dello sviluppo (molte chance per le aree interne non a caso dipendono dalla realizzazione della ferrovia di
alta velocità/capacità Napoli-Bari). Quello dei collegamenti, insieme a politiche mirate e di valorizzazione
delle risorse esistenti, sono temi decisivi per il Sud e le aree più svantaggiate.
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Welfare, servizi e accoglienza
Il Sud, terra di assistenzialismo. Esso è simbolo di una duplice condizione: essere assistiti perché poveri ma
con il rischio di impigrire le energie autopropulsive; assistenza come chiave di ricatto da parte del potere. Le
aree interne vivono entrambe le dimensioni, con molti sintomi però di un risveglio di energie e qualità da
spendere per un concreto riscatto economico e sociale. Le buone prassi, in tema di accoglienza degli
immigrati, potrebbero diventare scuola di solidarietà più diffusa. Si registra ancora una grande distanza
rispetto al resto del Paese in materia di servizi e di assistenza con l’ennesimo incremento del “turismo
ospedaliero” e i gravi ritardi per quanto riguarda le risposte sociali di base, a partire dal lavoro, agli asili e le
mense scolastiche, alla tutela dei diritti fondamentali. Mancano risposte, è vero, ma non si riesce a formare
i cittadini a formulare correttamente le domande, mentre crescono episodi di intolleranza e
discriminazione.
con il rischio di impigrire le energie autopropulsive; assistenza come chiave di ricatto da parte del potere. Le
aree interne vivono entrambe le dimensioni, con molti sintomi però di un risveglio di energie e qualità da
spendere per un concreto riscatto economico e sociale. Le buone prassi, in tema di accoglienza degli
immigrati, potrebbero diventare scuola di solidarietà più diffusa. Si registra ancora una grande distanza
rispetto al resto del Paese in materia di servizi e di assistenza con l’ennesimo incremento del “turismo
ospedaliero” e i gravi ritardi per quanto riguarda le risposte sociali di base, a partire dal lavoro, agli asili e le
mense scolastiche, alla tutela dei diritti fondamentali. Mancano risposte, è vero, ma non si riesce a formare
i cittadini a formulare correttamente le domande, mentre crescono episodi di intolleranza e
discriminazione.
LA SEDE DEGLI INCONTRI
Il Centro “La Pace”
Fondato negli anni ’70 da un sacerdote visionario, don Emilio Matarazzo, il centro “La Pace” di Benevento è nato per mettere la cultura al servizio degli ideali e della risoluzione dei problemi nel segno della pace. Un servizio alle realtà locali contro le forme di frazionamento e per una continua condivisione produttiva dei valori vissuti nel tempo. Accoglie esperienze di comunione e di dialogo, momenti di formazione e laboratori di azioni operative per lo sviluppo dei territori. È sede di UNIpace e del Forum degli amministratori. |