L’Autonomia Indifferenziata
Azione locale, fronte comune di Nico De Vincentiis
Coordinatore Forum Aree Interne Vertical Divider
“E mentre il mondo cade a pezzi, io compongo nuovi spazi e desideri che appartengono
anche a te, che da sempre sei per me l'essenziale. Mentre il mondo cade a pezzi, mi allontano dagli eccessi e dalle cattive abitudini; tornerò all'origine, e torno a te, che sei per me l'essenziale…”. La sfida Il ritorno all’essenziale, prendendo spunto dal famoso testo della canzone di Mengoni, è un fattore di conversione. Non si tratta però di tornare all’essenza fuggendo dalla complessità, quanto piuttosto praticare una sana e responsabile “utopia nel reale”, che ci consiglia di coltivare le attese come desiderio ma anche come duro esercizio del possibile. _ Tutto questo proprio nel momento in cui intorno a noi il mondo cade a pezzi e noi non riusciamo a fare la nostra piccola parte per evitarlo. “Essenziale” è rivolgere lo sguardo alla bellezza racchiusa nelle piccole cose e allo stupore che essa ancora consegna ai nostri occhi nonostante una pericolosa valanga di quotidianità sembri seppellirla. Le problematiche dei piccoli comuni, fragili, spopolati, emarginati e rassegnati, appartengono alla deriva di oggi, con l’aggravante di non essere confortate dalla stessa attenzione e riguardo che si hanno per le realtà in fuga solitaria verso lo sviluppo e le sue deformazioni. Problematiche che dovrebbero richiedere soluzioni originali e comuni, singolari e confluenti, coraggiose e ordinarie. Un impegno profondo per spezzare le catene della rassegnazione o di quell’ottimismo passivo che annulla la vera speranza. Si sa che amministrare certi territori è un’attività complessa, comporta una sensibilità particolare, molta più intraprendenza di quanto la falsa logica della gestione pubblica e utilitaristica tende a dimostrare quando ci avverte: “Siete piccoli, non potete pensare in grande!”. Ma quali sono i parametri per definire un’idea o un’azione attivate nelle cosiddette aree interne? La sfida dei sindaci, che sentono maggiormente il peso di questa stagione complessa, dovrebbe essere l’avvio di una sorta di “autonomia indifferenziata” (rispettare le originalità e le singole vocazioni senza che esse portino a differenze sostanziali con le altre realtà), fatta di protagonismo ma anche di unità per costruire ponti di valori e infrastrutture materiali per declinare il “tornare” o consolidare il “restare”. E quando il verbo scelto non potrà che essere “partire”, rendere questo gesto quanto più libero e produttivo per i territori di origine di chi è costretto ad abbandonare. Non vogliamo che si spenga la resistenza attiva delle nostre periferie, che si debba contare gli esodi e non programmare i ritorni, compresi quelli di chi vive quotidianamente in “fuga” dalla responsabilità per il proprio territorio. Il progetto oltre l’emozione Molta speranza viene riposta nella sfida che i giovani amministratori vorranno inserire nei percorsi politici e gestionali, progetti oltre l’emozione per evitare che il mezzo degli effetti speciali possa sostituirsi al fine di una programmazione seria e condivisa. È in quest’ottica che s’inserisce l’auspicio per un nuovo protagonismo delle piccole realtà dove il Pil è rappresentato dai cittadini ed è favorito dal senso di comunità. Dovremo imparare a non disperdere o addirittura disinnescare la creatività giovanile, spiegando falsamente che si tratti di soluzioni da perseguire esclusivamente nelle aree più ricche e avanzate del Paese; sentire che un fronte comune sia possibile nonostante le fughe in avanti e le scorciatoie che spesso esaltano illusoriamente certi territori che pensano di potere disegnare per sé un destino slegato da quello degli altri; proporre azioni d’avanguardia ma rispettose delle vocazioni; mettere in dialogo il racconto e l’utopia facendoli incontrare sul campo mettendo le generazioni operativamente a confronto; avvicinare amministrati e amministratori, sfruttarne i talenti e allontanando tentazioni divisive; costruire in ognuna delle comunità territoriali almeno un progetto che le accomuni tutte e le renda visibili agli occhi del Paese come avamposto di unità. “Mentre il mondo cade a pezzi…”. Sì, ci eravamo illusi di essere usciti migliori dalla più grande pandemia degli ultimi secoli e invece siamo riusciti a dichiarare la terza guerra mondiale. Lavoriamo allora per scongiurare che si perseveri nella costruzione di una società senza comunità, che non si avverta il dovere della reciprocità, che scompaia, insieme alle nostre piccole realtà, costruite per respirare insieme, il desiderio di bellezza e di bene comune. Mentre il mondo cade a pezzi bisogna anticiparne la ricostruzione, proprio da dove nessuno ripartirebbe. Appunto alla ricerca dell’essenziale. Pochi e determinati amministratori, insieme ai loro territori e alle loro comunità ricomposte dalle lacerazioni diffuse, granelli di sabbia nel pianeta e a rischio di estinzione, possono così dichiarare e perseguire la Pace, quella condizione quotidiana che, unica, può scongiurare conflitti ed evitare vittime, fisiche e morali. Singolarmente insieme Azioni locali per un fronte comune (come dire: singolarmente insieme) può e deve nascere, consideriamolo un dovere umano, etico e politico. Si potrà rischiare di perdere qualche voto alle prossime elezioni ma se ne potranno guadagnare tanti altri mettendo nell’urna quotidiana della vita collettiva un grande Sì per il riscatto e la sopravvivenza delle piccole e sofferenti comunità. |
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Lunedì 6 maggio Ore 9.15 Saluto introduttivo Mons. Felice Accrocca Arcivescovo di Benevento Ore 9.30 Alta velocità, la speranza è mobile Gianpiero Strisciuglio Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana Ore 10.30 Pausa caffè Ore 11.00 Dibattito Ore 13.00 Pranzo Ore 16.00 Fibra ottica e South Working Nuova frontiera del lavoro dal Sud Fabio Melia Media Relations e Comunicazione Area Sud di Open Fiber Giulia Ritondale Responsabile Sostenibilità di Open Fiber Martedì 7 maggio Ore 9.30 Non escludo il ritorno In diretta dal futuro, la sfida delle eccellenze giovanili Testimonianze di Jean Pierre El Kozeh imprenditore culturale Alessio Zollo digital innovation manager Ore 10.30: Ecco perché restare Le proposte dei territori e i progetti delle scuole per la promozione turistica, culturale ed economica Ore 12.30 Conclusioni Si chiamano "aree interne", al secolo "spopolamento, calo demografico, rassegnazione, sconfitta". Tantissimi i comuni in via di estinzione che la società affluente considera come specie protetta con cui scattare un selfie anziché promuovere azioni convergenti, progetti locali, sfide coraggiose, tentativi di unità produttiva. Il tema delle infrastrutture materiali e della interconnessione è al centro del quinto Forum delle Aree Interne che punta l'obiettivo sulle potenzialità del sistema di Alta Velocità/Capacità ferroviaria e sull'utilizzo diffuso della fibra ottica per l'innovazione tecnologica e delle comunicazioni. |
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