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Documento finale del Forum 2025
Serve una visione oltre le statistiche

“Dobbiamo davvero volgere uno sguardo diverso al tema delle aree interne, non
semplicemente aggiustamenti in corsa che finiscono nel più generale sistema di
distribuzione acritica di finanziamenti e di favori senza visione”.
È l’appello del Forum delle Aree Interne a conclusione della sua settima edizione che ha
visto il confronto sulla possibilità di utilizzo mirato delle varie potenzialità di carattere
sociale e culturale appartenenti a numerosi territori definiti fragili e in via di estinzione.

Occhio alla qualità
“L’approccio quantitativo al problema – prosegue il documento finale del Forum - non
consente risposte definitive e responsabili alle popolazioni interessate che, anche a causa
di una perseverante visione numerica, cedono alla forza contrattuale delle istituzioni di
altri territori. Così si delinea un quadro davvero di declino irreversibile, ma non per la
resa delle comunità quanto per l’incapacità di tenerle dentro a un progetto di
condivisione e di convinta sussidiarietà. Bisogna evitare che l’economia dei progetti
prevalga definitivamente su un progetto di economia, garantendo a tutti vie di accesso
praticabili e inclusive ai fondi; incoraggiare l’autopropulsione e la creatività giovanile;
ridurre seriamente disuguaglianze e divari.
Impegno comune
Lavoriamo tutti dunque a comporre una diversa narrazione delle realtà fragili, capace nel
contempo di manifestare una chiara volontà di collaborazione e di sostegno autentico ed
equilibrato.
Doveroso sottolineare che si deve alla dura presa di posizione dei vescovi italiani
dell’agosto scorso la cancellazione da parte del Governo dell’Obiettivo 4 del Piano
Strategico Nazionale delle Aree Interne, intitolato: Accompagnamento in un percorso di
spopolamento irreversibile. Si trattava di un programma di “suicidio assistito” dei
territori più emarginati che, secondo il Governo, si troverebbero “con una struttura
demografica ormai compromessa, con basse prospettive di sviluppo economico e deboli
condizioni di attrattività”. Queste aree non potrebbero, sempre secondo la logica che
ispira l’aggiornamento della strategia nazionale, porsi alcun obiettivo di inversione di
tendenza. Fine corsa, in sostanza, con un pizzico di compassione (“Non possono però
essere abbandonate a sé stesse».

Sguardo in avanti
A conclusione del Forum 2025 si ribadisce la volontà di esplorare, con realismo e in
direzione del bene comune, tutte le buone pratiche che nascano da una circolarità di
competenze, utilizzate non più per marcare differenze ma per accorciare le distanze tra le
diverse realtà del Paese. Proprio in questa direzione viene accolto l’invito rivolto dal
presidente dei Vescovi italiani, cardinale Matteo Zuppi, di costituire (ANCI-CEI-
FORUM) un osservatorio diffuso e plurale teso alla valorizzazione dei programmi di
restanza giovanile e per puntare a una strategia di controesodo. Si chiede di favorire nello
specifico, quanto i vescovi nella loro lettera al Governo e al Parlamento avevano già
sottolineato: esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di
rilanciare l’identità rispetto alla frammentazione sociale; incentivi economici e riduzione
delle imposte; soluzioni di smart working e co working; innovazione agricola; turismo
sostenibile; valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; piani specifici di trasporto;
recupero dei borghi abbandonati; co-housing; estensione della banda larga; servizi
sanitari di comunità; telemedicina.
Diventa urgente inoltre, per evitare che si prosegua nell’attuale ingorgo legislativo quasi
mai sfociato in applicazioni concrete, un’attenta verifica, sulla scorta dello studio
effettuato dallo stesso Forum, delle criticità del sistema normativo in previsione di
ulteriori iniziative in materia.
Promuovere l’uomo e il cittadino
In questo quadro complessivo di difficoltà economiche, vengono sollecitate azioni
sociali e culturali che possano determinare svolte autentiche di promozione umana e
civile come presupposto al riscatto dei territori in via di estinzione e in molti casi il
ripristino di dignità e dello stesso senso di comunità che rappresenta ancora il vero Pil di
certe realtà.
In questo contesto rigenerativo si inserisce l’idea di un gruppo di lavoro con la
partecipazione delle Soprintendenze all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta-
Benevento, Molise, Umbria, Cosenza, Como-Lecco, Vercelli, Parma, per un piano di
scambi culturali per accrescere l’attenzione dei giovani rispetto ai giacimenti culturali
esistenti nelle Aree Interne e coinvolgerli in iniziative innovative nel più generale
impegno per la salvaguardia del pianeta”.
Benevento, 26 settembre 2025
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UNIPACE / VESCOVI PER LE AREE INTERNE
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