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RIPARTIRE DAL CENTROCAMPO
Visioni e strategie per comunità vive e coraggiose di Nico De Vincentiis Coordinatore Forum Aree Interne La metafora calcistica è molto indicata quando si parla di strategie, di visione di gioco, di orizzonti maturi.
C’è da parlare infatti di atleti del cambiamento, di soluzioni tattiche e tecniche, di un nuovo protagonismo giovanile, per innescare una convivialità delle competenze grazie alla quale operare un riassetto profondo del “centrocampo” per rendere competitivi i territori. È in quella parte del campo infatti che si producono le idee più importanti, si evitano inutili giocate a effetto, si lanciano a rete, secondo una logica produttiva, i progetti delle squadre. Il centrocampo è il settore dove la strategia si materializza e consente di armonizzare, in funzione di cerniera, difesa e attacco. In genere ci si difende a oltranza per evitare contaminazioni e salvaguardare l’identità locale, a volte però esponendosi inevitabilmente all’isolamento. E, quando si tratta di attivare lo schema d’attacco, lo si lascia all’intuizione del singolo amministratore, a trovate quasi sempre in chiave elettorale. Continua a leggere |
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LA CARTA DEI GIOVANI
Le piccole realtà distanti dai grandi centri urbani spesso restano in una condizione di arretratezza, isolate dal resto del territorio, non tutelate quanto alle loro risorse storico-culturali e produttive e non valorizzate quanto al patrimonio ambientale ed economico. Queste mancanze si ripercuotono sulla vivibilità del territorio per tutta la popolazione, ma soprattutto per la compagine giovanile.
Noi giovani delle aree interne abitiamo i contesti nativi e sperimentiamo quotidianamente che le limitazioni di uno scarso collegamento geografico, la carenza di infrastrutture e luoghi di aggregazione, di progettazione e animazione territoriale, le conseguenze ambientali di alcune attività umane, il silenzio delle istituzioni, il mancato ascolto e coinvolgimento dei giovani nei luoghi di decisone, tarpano le ali al nostro futuro, minano le aspirazioni personali e quelle volte alla ripresa della nostra terra, sottraggono opportunità di formazione e di lavoro e costringono a considerare più gli svantaggi che le ricchezze presenti. A questo si aggiunge il mito della “grande città” quale unica strada possibile per realizzare la propria vita professionale e personale. I frutti di quest’ottica, di questa gestione delle aree interne come la nostra, della mancanza di corresponsabilità, raccontano di paesi spopolati, province senza attività produttive, giovani studenti e lavoratori costretti ad abbandonare la propria terra di origine, beni culturali e artistici in stato di abbandono, disastri ambientali e conseguenzialmente di scoraggiamento, depressione, disoccupazione, malessere e frustrazione. Continua a leggere |
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TERRITORIO, MODERNIZZAZIONE E SVILUPPO LOCALE
Turismo, economia dei territori e gestione del PNRR di Fabrizio Antolini Docente di Statistica economica all’Università di Teramo e presidente Sistur Il momento storico che stiamo vivendo è caratterizzato da cambiamenti economici, sociali e culturali che, se gestiti oculatamente, possono rappresentare un’opportunità. Occorre però una visione complessiva di Paese e di sviluppo, in modo che gli obiettivi fissati, siano tra di loro coerenti e finalizzati a realizzare un’idea di Paese. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità se si guarda alle risorse finanziarie stanziate, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 a fondo perduto. Lo scopo del PNRR dovrebbe essere – al di là delle sei missioni, sedici componenti, sessantatré riforme e i cento trentaquattro investimenti previsti – di accelerare il processo di modernizzazione del Paese. Servono policy che sappiano individuare obiettivi innovativi rispetto al contesto culturale prevalente, tenuto conto degli esistenti avanzamenti tecnologici. Se il processo di modernizzazione sarà realizzato, si avranno importanti effetti sugli stili di vita delle comunità: ad esempio nella gestione del tempo libero e del tempo di lavoro, oppure nell’accesso ai servizi pubblici e privati. Un processo di modernizzazione infatti, dovrebbe poter essere attuato partendo dalla persona per costruire un modello di società, non adattare la persona al funzionamento della società.
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I SISTEMI INTERCOMUNALI
Qualità, innovazione e coesione di Francesco Monaco Capo Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi politiche europee - IFE Come dichiarato nel documento di lancio del terzo Forum delle Aree Interne, uno degli scopi prioritari è di puntare a superare i campanilismi degli egoismi territoriali in una visione di bene comune e convergenza di obiettivi, di fronte all’aggravamento delle condizioni di emarginazione e isolamento, anche politico, oltre che per la manca di infrastrutture.
Le condizioni di isolamento ed emarginazione che caratterizzano tanti dei comuni classificati come “aree interne” si ribaltano, inevitabilmente, nella difficoltà a pensare l’azione istituzionale dei Comuni fuori dagli stretti perimetri amministrativi di ciascun ente. A fronte di questa difficoltà, viceversa, l’elemento distintivo che si dovrebbe richiedere all’azione dei Comuni, per sfuggire alle suddette condizioni di isolamento, è la capacità di ripensarsi come “sistema territoriale intercomunale”: un sistema, cioè, capace di guardare oltre i limiti amministrativi disegnati per ciascuno di essi dall’ordinamento, attraverso una forte volontà alla cooperazione e l’organizzazione della gestione in comune dei servizi e delle funzioni” proprie” attribuite loro dalla legge. Continua a leggere |
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